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Con l’avanzare di nuove tecniche e tecnologie, il mondo del lavoro è chiamato a reinventarsi per stare al passo. Le competenze evolvono a una velocità mai vista prima e le aziende sono sempre più alla ricerca di figure preparate, capaci di affrontare mercati in continua trasformazione.

Le nuove prospettive del lavoro
Il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum parla chiaro: entro il 2027 il 44% delle competenze attuali sarà superato. Un cambiamento spinto dall’intelligenza artificiale, dalla transizione ecologica e dalle nuove sfide sociali e demografiche. A livello globale, si prevede la nascita di 170 milioni di nuovi posti di lavoro, ma anche 92 milioni di ruoli che verranno trasformati o spostati. È l’inizio di un modo nuovo di lavorare.
L’Italia ricerca nuovi profili
Solo nel primo trimestre del 2025, il Rapporto Excelsior di Unioncamere e ANPAL aveva stimato 1,4 milioni di assunzioni. Tuttavia, quasi il 48% delle posizioni resta scoperto, perché mancano figure con competenze aggiornate. A causa di questo divario si prevede, da qui al 2027, per il sistema produttivo italiano, una spesa di 38 miliardi di euro. Le aziende non cercano solo titoli: vogliono persone che sappiano comunicare, risolvere problemi, usare strumenti digitali e adattarsi velocemente.
I profili più richiesti
Il mercato del lavoro guarda sempre più a profili ibridi, capaci di unire competenze tecniche e soft skills. Tra le figure più richieste ci sono:
Specialist* in marketing digitale
Installator* di impianti green
Operator* socio-sanitari
Cuoch* e professionist*
Tecnic* del suono, videomaker
content creator
Figure ibride manuali + digitali,
Il punto in comune? Sono tutte professioni che nascono da competenze specifiche, aggiornate e in continua evoluzione.
Soft skills, tecnologia e aggiornamento continuo
Per affrontare il futuro servono skill trasversali come resilienza, pensiero analitico, flessibilità, leadership, ma anche competenze digitali: dall’intelligenza artificiale alla cybersecurity. Oggi, più del 50% delle aziende ha già attivato percorsi interni di upskilling, segno che la formazione è un vero e proprio valore economico.
La direzione è chiara. Il lavoro cambia le sue logiche. I settori evolvono e le competenze si aggiornano. Non è solo questione di nuovi mestieri ma di ridefinizione di ruoli. Il lavoro del futuro ci chiede di stare al passo, e per farlo, non ci resta che seguirlo.
